Alcune sale della Galleria d'Arte Antica e del Museo Friulano della Fotografia presso la sede del Castello di Udine ospitano la mostra che rende omaggio all'architetto Raimondo D'Aronco per raccontarne il linguaggio e il particolarissimo percorso creativo. Anthes in collaborazione con l'arch. Silvia Bianco, che insieme a Diana Barillari è anche curatrice della mostra, ha curato il progetto grafico e allestitivo realizzato poi da Teknik.
La palette cromatica è l'elemento chiave del progetto: un campionamento di 5 colori tra quelli più rappresentativi delle opere esposte che hanno lo scopo di identificare le 5 sezioni in cui è suddivisa la mostra. Il visitatore viene accompagnato in un percorso visivo che va dalle tonalità arancio del piano inferiore all'esotico bluette dell'ultima sala, un vero e proprio omaggio all'esperienza di D'Aronco in Turchia. È noto che la personalità eclettica dell'artista non si limitava a dei disegni architettonici al tratto ma interveniva con l'acquerello e il colore creando delle atmosfere uniche e visionarie, fonte di ispirazione per l'ideazione di un allestimento inusualmente colorato ma al contempo in sintonia con le opere.
La palette cromatica è l'elemento chiave del progetto: un campionamento di 5 colori tra quelli più rappresentativi delle opere esposte che hanno lo scopo di identificare le 5 sezioni in cui è suddivisa la mostra. Il visitatore viene accompagnato in un percorso visivo che va dalle tonalità arancio del piano inferiore all'esotico bluette dell'ultima sala, un vero e proprio omaggio all'esperienza di D'Aronco in Turchia. È noto che la personalità eclettica dell'artista non si limitava a dei disegni architettonici al tratto ma interveniva con l'acquerello e il colore creando delle atmosfere uniche e visionarie, fonte di ispirazione per l'ideazione di un allestimento inusualmente colorato ma al contempo in sintonia con le opere.
La maggior parte delle tavole sono esposte su piani inclinati in metallo verniciato tono su tono ispirati all'idea dei tecnigrafi. Progettati e costruiti ad hoc permettono di fruire delle opere come se fossero appena state disegnate. Esse sono fissate al piano con delle mini-clip magnetiche, protette da un sistema di chiusura sotto plexiglass.
Il carattere tipografico individuato per la segnaletica e tutto il corredo grafico è stato scelto per la particolarità di mescolare geometrie tonde a forme insolitamente squadrate. All'interno delle sale, infine, gigantografie virate sui toni delle pareti talvolta fanno da fondale altre volte da separè retroilluminati per isolare altre aree del museo.
Il carattere tipografico individuato per la segnaletica e tutto il corredo grafico è stato scelto per la particolarità di mescolare geometrie tonde a forme insolitamente squadrate. All'interno delle sale, infine, gigantografie virate sui toni delle pareti talvolta fanno da fondale altre volte da separè retroilluminati per isolare altre aree del museo.
A seguire alcune immagini che documentano, oltre al risultato, anche il processo di realizzazione esecutiva a cura di Teknik (UD) e Serì (UD) che ringraziamo per la professionalità e maestria. Un sentito grazie va a Silvia Bianco e Mariangela Buligatto per la preziosa collaborazione.
Si ringrazia Gianpaolo Sconamiglio per le fotografie che documentano il progetto finito